Posts written by cortana12

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    accettata^^ mette il banner e faremo lo stesso
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    Aggiunti e grazie!
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    x78PcTd
    Simon Baker / 39 anni/ America

    Abbi pazienza, ogni cosa ha il suo tempo e io pure.

    -adesso capisco perchè il tuo accento mi era famigliare. Per un periodo ho lavorato in Brasile, anche se l equipe parlava principalmente inglese e più tosto bene...- Sto riflettendo a voce alta sull'informazione che ho appena ricevuto. Avevo sentito qualcosa di famigliare, ma non ho mai davvero avuto possibilità di esplorare la lingua brasiliana, durante il lavoro ero sempre in laboratorio. Ricordare il passato mi fa cambiare espressione sul volto per qualche secondo, ma le domande a raffica della ragazza non possono che farmi sorridere e ridere. Il suo comportamento mi fa intuire che ormai si stia rendendo conto di quello che le è successo e di quella che sarà la sua vita d'ora in avanti, ma da come ha preso la situazione credo che potrà cavarsela benissimo, se tutto gli verrò esposto nel modo giusto.
    -Si, sono americano. E no, i miei compagni, per così dire, non sono tutti americani.- Soffoco la mia risata e acquisto un espressione e un tono più seri, tuttavia continuo a sorridere e ad avere un aria gioviale. -Sfortunatamente non possiamo muoverci dalla spiaggia.- inizio a spiegare a dosi leggere e controllate. osservo ogni sua reazione per vedere come aggiustare il mio tono, le mie parole e la mia espressione. -Inoltralsi nella foresta, oltre che difficile è pericoloso e l'isola è per lo più foresta.- Sono quasi pacato, in fondo adesso sto per fare la prova dell'otto, adesso vedrò come reagirà a ciò che sto per dirle e ne trarrò le conseguenze: su che tipo di persona è, se è sotto shock, su come le andranno spiegate le cose e così via.
    -Posso assicurarti ciò. Io ed altri siamo bloccati qui da diverso tempo ormai, per questo è vietato andare nella foresta. Cambio di tono, più serio e deciso. Le sto ordinando gentilmente qualcosa, spero che lo capisca perchè è per il suo bene, ma ancora non voglio dirle del perchè della pericolosità della foresta. Più tosto ho calcato un po' la parola " Bloccati" sperando che recepisca il messaggio. Sono certo che almeno all'inizio non avrà una reazione tranquilla. Probabilmente, nel momento iniziale chiederà spiegazioni, molte domande. Per questo mi fermo e la osservo in attesa della sua reazione.


    Io sono Scienza.




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    ROLE TERMINATA! Complimenti adesso puoi camminare libero sull'isolo solo attento agli occhi e le orecchie indiscrete...


    mi piace l'ultima svolta ;D
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    x78PcTd
    Simon Baker / 39 anni/ America

    Abbi pazienza, ogni cosa ha il suo tempo e io pure.

    Marina. Prima tappa superata, assicurarsi delle condizioni del naufrago e saperne il nome. Sorrido solare e incoraggiante, anche se l 'occhio cade sui suoi movimenti e gli analizza da cima a fondo. Era nervosa, ma non perchè comprendesse la situazione. Sinceramente sarebbe stato tutto più semplice se l'avesse trovata qualcun'altro o ci fosse stata Rebecca con me, adesso dovevo farle capire cosa le era (povera ragazza) capitato. Con calma però. - Mi chiamo Simon.- Le prendo la mano e la stringo in un moto istintorio, non che lo faccia tutti i giorni, ma semplicemente il contatto fisico mi aiuta a far si che si rilassi prima che le dica che è naufragata. In un isola misteriosa e senza nome. Dove abitano altri naufraghi che non sono riusciti a scappare. E cannibali... decisamente avrei fatto le cose con calma.
    L'altra domanda della ragazza mi conferma quel che pensavo, non sa quel che le è successo.
    - Si, abito qui assieme ad altre persone. Ti accompagno al nostro campo e ti aiuteremo se hai bisogno di qualcosa, credo che tu abbia bisogno di un piccolo supporto, mettiamola in questi termini.-Si, rido alla mia stessa battuta anche perchè la ragazza, che poteva avere l'età di mia figlia, non può comprenderla a pieno. Tuttavia se la ragazza mi ha ascoltato per bene si sarà accorto che ho detto "campo" e inizierà a farsi delle domande.
    Le faccio strada con un cenno della mano verso la fila di torce e quindi la strada da cui sono venuto. Cammino accanto a lei e guardo davanti a me solo per voltarmi di tanto in tanto per vedere le sue espressioni. Non è molto brava a nascondere le emozioni che le attraversano il viso... o probabilmente sono io che ormai sono abituato a questo genere di cose.
    -Il tuo accento... di dove sei? - Domando cercando di distrarla prima che mi possa fare finalmente le domande che le sono sorte spontanee quando abbiamo iniziato a intravedere il campo. Si riconosce subito che quelle non sono " case", per meglio dire non sono le prime case che ti verrebbero in mente, ne tanto meno le villette dei campi turistici posti sulla spiaggia, quelle capanne fatte quasi meglio delle case.


    Io sono Scienza.




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    x78PcTd
    Simon Baker / 39 anni/ America

    Abbi pazienza, ogni cosa ha il suo tempo e io pure.

    Sta albeggiando ormai e i ragazzi sono già andati ad accendere le torce. Le ombre ballano di già e tutto è tranquillo. Sinceramente parlando è una di quelle poche giornate in cui la calma di quest'isola non mi opprime. Sono calmo e rilassato, anche se non so che fine abbia fatto Rebecca. Non che possa andare da qualche parte, a meno che non voglia diventare uno spuntino per uno di quei cannibali. Mia figlia è abbastanza sveglia da non avere di certi problemi.
    Cammino scalzo sulla sabbia calda che mi scorre tra le dita, lo scenario che mi si para davanti e che mi comprende non può che farmi spuntare un sorriso. Di per se, non mi sarei mai messo in una tranquillità simile perchè non fa per me, non ha quel brio che mi alimenta, ma ora... questa tranquillità, sono certo, è la calma prima della tempesta. Me lo dice quel lieve vento che sposta la fiamma della torcia che sto sorpassando. me lo dice la figura che scorgo in lontananza. La mia tempesta.
    Mi porto una mano sopra gli occhi e aguzzo la vista cercando di decifrare la persona a cui sto andando incontro. Sono certo che non è del posto per il suo modo di muoversi sulla spiaggia, perché conosco ormai tutti nell'accampamento e la figura non mi ricorda nessuno. Quindi allungo il mio passo per far presto a soccorrere quella che son quasi certo sia un nuovo arrivato. Anche se la sua silhouette indica più probabilmente una donna, o ragazza.
    Non voglio spaventarla per cui rallento il mio passo e a pochi passi a lei sorridendo appena mi avvicino. -Stai been? Non hai una bella cera.- Serro le labbra per non farmi scappare una risata. Lei è messa bene. Di tutti quelli che ho visto arrivare qui, sicuramente, lei è una delle migliori. Guardandola soltanto posso capire quale è il suo problema e probabilmente la causa del suo "naufragio". Sono stato giovane anche io e so come ci si sente dopo una sbornia troppo pesante. La cosa è abbastanza ironica dal mio punto di vista. Non sono esattamente certo si renda conta di essere molto, molto lontana da casa, ma a questo ritorneremo dopo e con calma.
    Così come spero comprendesse il mio inglese, dentro di me mi auguro che non scatti in un attacco di panico, paura o quel che sia come già è successo. Voglio una bella novità, non una scocciatura. Quanto erano insopportabili quelli che andavano nel panico senza motivo. -Come ti chiami?- Domando solare e compassionevole, inutile dire che avevo ancora una risatina sulle labbra. Spero davvero che non se la prenda. Non posso fare a meno di pensare avvicinandomi ancora un po' a lei, passo leggero e cauto, molto più di quanto chiunque potrebbe dedurre dalla mia espressione.


    Io sono Scienza.




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    MtVI3Vx
    Fortifica il tuo spirito e rendi onore al tuo stregone.

    Lo stregone osservò alcuni attimi l'uomo seduto. La sua calma apparente era temporanea e data dalle erbe che solitamente avrebbero stordito qualsiasi essere umano fino a farlo crollare a terra. Tuttavia nel cacciatore sedute queste avevano un effetto calmante in quella dose così pesante. Scosse appena la testa scacciando i pensieri riguardante il pazzo e si rivolse al capotribù.
    -Dobbiamo mandare un cacciatore fidato a controllare. Se divenissero troppi...- Lasciò la frase in sospeso mentre il capotribù annuiva e seguiva mestamente il suo consiglio. Entrambi si voltarono verso l'uomo che stava facendo ormai da terzo in comodo.
    -Puoi andare adesso.- Si girò verso il cacciatore seduto e gli fece cenno col capo di seguire il suo ordine. Non si dimenticò però di aggiungere sottovoce , così che solo lui potesse sentire, proprio mentre stava per uscire, un piccolo appunto: -Le erbe finiranno presto il loro effetto. Non essere nel villaggio quando succederà.-
    L'avviso galleggiava tra varie sfumature nella voce del vecchio, come al solito era difficile capire ciò che davvero volesse dire. Se la preoccupazione fosse davvero per l'uomo o per ciò che avrebbe potuto fare. Se la sua pietà fosse reale e non fosse commiserazione per la situazione ormai permanente e irrimediabile del cacciatore.
    Lo lasciò andare ma il vecchio e il capotribù aspettarono ancora prima di continuare a parlare, giusto per assicurarsi che nessuno fosse nelle vicinanze mentre discutevano degli uomini della spiaggia. Tuttavia ben presto l'argomento ormai ribadito tra i due si esaurì con l'affermazione della frase iniziale che aveva aperto il discorso.
    Il vecchio si ritrovò a parlare dell'uomo che se ne era andato da quella stessa tenda poco fa. -Dovremmo stare attenti a che non vada dagli uomini della spiaggia e che non ne incontri uno. Ci metterebbe a rischio.- Infatti non sapevano quasi nulla degli intrusi e cercavano di non averci a che fare, specie perchè si erano dimostrati più combattivi rispetto alle popolazioni nascoste delle caverne. Non sapevano quindi come combattevano ne tanto meno quanti fossero di preciso. Questo era uno dei motivi per cui non veniva detto niente, non si poteva parlare, degli uomini della spiaggia. Non volevano il panico ne che qualcuno prendesse iniziativa contro i nuovi abitanti. Ma se il pazzo avesse ucciso o aizzato contro di loro il popolo della spiaggia sarebbe stato un grosso problema. La guerra con un nemico sconosciuto sarebbe arrivata e non con esito certo, ma anzi avrebbe fatto più danni che altro. E se lui fosse stato ucciso l'avrebbero fatto per paura e la paura è come una piaga che si espande e contagia tutti, sarebbe arrivata fino a loro, la loro gente si sarebbe sentita minacciata e avrebbe inneggiato alla battaglia.
    No quell'uomo doveva stare al suo posto, doveva ricordarselo, ma nel caso non l'avesse fatto era compito loro tenerlo sotto controllo. Dovevano avere un occhio vigile sul pazzo che si aggira per i boschi.



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    MtVI3Vx
    Fortifica il tuo spirito e rendi onore al tuo stregone.


    Camminò a passo di marcia e di gran leva senza mai fermarsi ne parlare. Gli doleva ammettere che il comportamento dell'uomo lo preoccupava. Lo inquietava anche se era ben consapevole del perchè si comportasse così. La sua mente era ormai fin troppo persa in un mondo oscuro e irraggiungibile. Tutti lo sapevano e lui che era lo stregone non osa avventurarsi in una simile dimensione, sconosciuta e popolata da chi sa quali mostri. Lui era lo stregone e non poteva assolutamente perdere il suo ruolo, ne voleva attentare alla sua stessa vita. Si riteneva, ed effettivamente lo era, una parte essenziale della comunità. Inoltre credeva l'uomo ormai irrecuperabile, persino da qualcuno tanto esperto quanto lui. Probabilmente avrebbe dovuto, comunque, ammettere a se stesso di ritenerlo irrecuperabile da più tempo anche quando poteva esserci effettivamente una lieve luce di speranza.
    Mentre camminava frugava nella borsa tintinnante e cercava qualcosa abbastanza forte da calmare il matto il tempo necessario per arrivare dal capo tribù e spiegare ciò che l'uomo aveva visto sulla spiaggia. Estrasse una radice nera che spezzo prima di spellarla. Teneva tra le dita lo strato scuro tolto da sopra la radice che infine ributtò nella sacca da cui tirò fuori un erba profumata simile al muschio che rinchiuse nello strato scuro facendo tre polline. Si voltò e a palmo aperto le porse all'uomo senza nessuna spiegazione.
    Ovviamente lo stava invitando a prenderle e mangiarle e dall'alto della sua autorità non aveva bisogno di spiegare il perchè. Attese che l'uomo prendesse la " medicina" prima di cominciare nuovamente a camminare.
    Arrivò in fretta al villaggio e si diresse subito nella tenda del capo tribù che però non era ancora rientrato. Invitò l'uomo a sedersi con un cenno della mano per terra, sulle pelli del capotribù. Non ci volle molto che il capotribù arrivò, lo stregone non lo fece parlare neanche ma subito dette spiegazione.
    - Vaàs ha visto qualcosa alla spiaggia. L ho già rimproverato, ma è bene sentire ciò che ha da dirci.-Poteva vedere chiunque l'influenza dello stregone sull'uomo che osservava lui e il matto guardingo. Rispose allo stregone con un cenno d'assenso. - Parla.- ordinò quasi placidamente al cacciatore seduto.




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    mela verde

    libri o film?
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    ade, c'è gente più interessante lol

    campagna o città?
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    Ma benvenuta! Cortana, co-founder.
    Io già ti amo solo perché come autore preferito hai Neil Gaiman!(Non ho letto tutti i suoi libri ma lo adoro e Sandman é bellissimo, solo che é difficile da recuperare e costa molto)
    Hai i miei stessi gusti saiXD Personaggio preferito Supernatural?
    Hai visto Broadchurch ed ami David Tennant, questi sono punti a tuo favore. A serie sei messa mooolto bene!
    Penny dreadful mi é piaciuto ma se non ti piace il sangue e scene vietate ai minori stanne alla largaXD
    Ed evita come la peste il telefilm di Hannibal(COME LA PESTE) consiglio dato che hai letto uno dei libri.
    Che altro dire spero ti troverai bene qui con noi! Buona e speriamo sicura permanenza!
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    MtVI3Vx
    Fortifica il tuo spirito e rendi onore al tuo stregone.


    Doveva ammettere che la voce che gli aveva risposto rimbombando nella foresta, benché bassa, lo incuriosiva. La voce cambiava e acquistava toni macabri e inquietanti che preoccupavano persino lui, tuttavia rimase fermo e composto. Davanti a quell'uomo non si doveva abbassare la guardia ne tanto meno mostrare debolezza. La cosa migliore era rimetterlo in riga e fargli capire quele fosse il suo posto.
    Si voltò verso di lui fulminandolo con lo sguardo. << è vietato avvicinarsi al grande muro!>> Il rimprovero però era molto ponderato, si poteva capire dal tono della voce. Lo stregone sapeva, infatti, come fosse inutile ripetere tale avvertimento, tuttavia l'ammonimento in se racchiudeva un consiglio: se vuoi disobbedire non farti scoprire. Era semplice ma importante che non si venisse a sapere di qualcuno che trasgrediva una regola così rigorosa. Era necessario che l'autorità rimanesse illesa, nel bene e nel male.
    <> Nessuna clemenza poteva essere percepita dall'anziano, ma un severo comportamento mal voluto.
    Col bastone indicò la via davanti a se all'uomo. <<verrai con me e riferirai a Makande tutto ciò che hai visto.>> Cominciò così a camminare di gran leva aspettandosi che l'uomo ubbidisse. Era necessario che l'accaduto fosse riferito al capotribù direttamente dal testimone con tanto di particolari e sopratutto per verificare il numero dei vicini provenienti dal mare.
    <<non fare parola a nessuno, nemmeno al vento, di ciò che hai visto o sentito!>> Si raccomandò il vecchio stregone lanciandogli uno sguardo di ammonimento. Non aveva infatti nominato la punizione in cui sarebbe incorso in caso contrario perchè non ce ne era bisogno. Era ovvio che nessuno avrebbe dovuto conoscere i nuovi abitanti perché la popolazione sarebbe impazzita creando un caos non necessario. Era più giusto dire che nessuno doveva sapere l'attuale condizione della piccola civiltà oltre la muraglia di roccia perché sotto sotto tutti sapevano che c'erano degli intrusi sulla loro isola.
    Non che si aspettasse che il pazzo parlasse con chi sa chi, ma era ben evitare che anche solo si "sentisse per caso" strane voci sugli abitanti della spiaggia.




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    MtVI3Vx
    Fortifica il tuo spirito e rendi onore al tuo stregone.


    L'uomo si mostrò dopo alcuni attimi di silenzio. Poche possibilità c'erano su chi fosse in quella zona d'isola e l'uomo col grande tatuaggio blu sul volto rientrava in questa ristretta cerchia.
    A circa due metri da lui l uomo si inginocchio, l'arco davanti. Rispettoso e chiedendo perdono per la sua azione sconsiderata era davanti a lui in silenzio aspettando la punizione. A grandi passi e aiutato dal grosso bastone si avvicinò fino ad essergli a pochi centimetri di distanza.
    Lasciò cadere la freccia a terra, proprio davanti al cacciatore. La voce burbera risuonò solo dopo il silenzio. <<scoccare una preziosa freccia al nulla è da stupidi!>> L'ammonimento fu seguito dalla botta del bastone sul terreno rigoglioso. Alcuni uccelli si alzarono in volo e i pochi animali li intorno scapparono. Lakgor aveva il dono di infondere timore con un semplice gesto e la sua figura, benché anziana, dava l'impressione di poter benissimo abbattere un uomo. Il contrasto tra il suo vero fisico e l'impressione che dava metteva paura tanto era grande.
    Il bastone si alzò da terra e colpì sulla schiena l'uomo che gli stava davanti. Un altro eco, anche se il colpo non era stato uno tra i più forti che il popolo indigeno aveva visto dare dall'anziano. Probabilmente la clemenza, che si poteva vedere anche nel secondo colpo dato sempre non a piena forza, era data dalla bella giornata e dalla pacatezza che essa infondeva nell'uomo.
    La sacchetta delle ossa tintinnò ancora una volta che il bastone ritornò al suo posto a contatto col terreno. <<alzati.>> La voce ben più pacata di prima rimaneva sempre severa e non esigeva repliche.
    Si allontanò di alcuni passi dal uomo avvicinando alla via da cui era venuto, quella per il villaggio. << Che cosa stavi facendo qui?>> la domanda esigeva una risposta vera, nessuna menzogna che avrebbe potuto far perdere la lingua al giovane. La cosa era già successa e lo stregone certo non voleva ripetere quel rito.
    Tutti sapevano inoltre che era sconsigliato, per non dire vietato, avvicinarsi alla grande muraglia di pietra che si ergeva e dietro il quale la maggior parte del popolo dello stregone non sapevo che cosa ci fosse.




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    MtVI3Vx
    Fortifica il tuo spirito e rendi onore al tuo stregone.


    Senza paura di essere udito camminava pacato nella boscaglia, non troppo lontano dalla grande scogliera che nascondeva gli uomini venuti dal mare. Era abbastanza distante dal villaggio da non doversi preoccupare troppo che qualcuno osservasse che cosa stesse raccogliendo, tuttavia non si è mai troppo cauti ne si può sapere cosa ci aspetta dietro l'angolo.
    Le ossa e le erbe nella sacca a tracolla provocavano una strano rumore simile ad un cigolio che lo accompagnava placidamente nel silenzio della natura. Era consapevole che quel cigolio potesse attirare l'attenzione, ma l'enorme e possente bastone, che a volte pareva pesare più di lui, era un arma più che sufficiente. Poteva parere anziano, ma il suo corpo era ancora in grado di battersi e aveva, ormai, ben imparato a sfruttare qualsiasi cosa a suo favore.
    Comunque sia non si aspettava certo di trovare qualcuno così lontano dal villaggio, ne tanto meno così vicino a lui. Era infatti solito prestare molta attenzione a che nessuno lo seguisse o fosse vicino a lui mentre cercava le sue erbe e raccoglieva oggetti che spesso e volentieri venivano ben nascosti nella sua capanna senza mai essere utilizzati.
    La freccia emise un fischio quasi impercettibile e lo sorprese, ma riuscì comunque ad evitarla in tempo, tra la freccia e il suo torace si frappose il massiccio bastone. Estrasse la freccia dalle piume rosse.
    Non potevano essere gli abitanti della spiaggia che a malapena si avvicinavano alla muraglia che li separava dal bosco, gli indigeni che si nascondevano nelle grotte mai l'avrebbero attaccato, era riconoscibile la sua natura, il villaggio da cui veniva e la sua pericolosità. Poteva solo essere qualcuno della sua tribù. Strinse la freccia. Chi aveva osato attaccarlo?!
    Alzò lo sguardo fiero e inferocito << Esci fuori!>> Ordinò senza neanche specificare a chi.
    Era ovvio che ci fossero solo loro due in quella parte dell'isola, era ovvio a chi si stesse rivolgendo, era ovvio che gli dovesse delle scuse ben ricamate. Si guardò attorno furioso e guardingo. Forse aveva un idea di chi fosse stato, di chi fosse così attento alla sua salvezza da scoccare una freccia anche nel vuoto pur di difendersi e fare la prima mossa, tuttavia tacque aspettando che il cacciatore oltraggioso si mostrasse volontariamente.
    Stringeva il bastone pronto ad attaccare se fosse servito, sperava di no, era troppo stanco quel giorno, ma di certo non si sarebbe tirato indietro davanti ad un impudente simile.




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